ecco quali sono state e quali saranno le nostre tappe!
Siamo in Valle Camonica! Per arrivarci abbiamo percorso un viaggio a cavallo a partire dalla Brianza, lungo antichi sentieri che attraversano paesaggi agricoli, lacustri e montani. Conoscevamo la direzione e alcune possibili vie da percorrere, ma è stata un'avventura improvvisata: non abbiamo percorso prima le tratte, non abbiamo prefissato nessuna tappa. Due cavalli sellati, due cavalli che seguono a corda, affardellati.
I nostri cavalli hanno dato conferma di essere perfetti per il trekking: hanno affrontato parecchi kilometri adattandosi a svariate condizioni climatiche, camminato su sentieri, mulattiere ma anche attraversato città e strade trafficate, sostato in qualsiasi posto dal bosco all'aiuola del supermercato.
Abbiamo trovato diverse soluzioni per la notte: tenda, bnb, sotto le stelle, e per loro box, pascolo, prato, giardino. Ringraziamo tutti quelli che ci hanno accolti, supportati, aiutati e motivati.
Siamo partiti il mercoledì 25 giugno del 2025 da Cascina Bagaggera e siamo arrivati sabato 5 luglio 2025 al Passo del Mortirolo.
Il viaggio parte dalla Cascina Bagaggera, situata nel Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone. L’area è un esempio di agricoltura sostenibile che si integra con il paesaggio naturale: dolci colline coltivate, vigneti biologici, prati stabili e boschi di castagno. Qui, l'agricoltura e la biodiversità si incontrano, hanno creato un ambiente perfetto per l’inizio del nostro percorso.
Dal Curone, il cammino prosegue verso il Sentierone, che attraversa il Monte di Brianza, un percorso panoramico che unisce collina e montagna. Si cammina tra boschi, prati e piccole borgate agricole, con il panorama che si apre verso il lago e le montagne circostanti.
Attraversata la Città di Lecco si sale per la via vecchia che arriva fino a Bellano, fino a Taceno si cammina lungo le sponde del fiume Pioverna circondati dalle Grigne e dalle alpi Orobie. Da Taceno, prima della discesa sul lago si sale a mezza costa in sentieri boschvi e mulattiere. Si scende così a Bellano, dove finalmente si raggiunge il lago.
Raggiunta la sponda orientale del Lago di Como, il percorso prosegue lungo il Sentiero del Viandante, interrotto nella prima tappa e quindi per noi impraticabile nel primo tratto. L'antica via di mezza costa tra Lecco e Colico segue tra uliveti, castagneti e borghi storici offre paesaggi suggestivi con viste sul lago e sulle montagne.
Da Colico, si imbocca il Sentiero Valtellina, una pista ciclo-pedonale che corre lungo il fiume Adda. Il primo tratto quasi monotono, lineare e aperto, segue il fiume Adda e attraversa fondovalle agricoli. Si raggiungono poi zone di meleti e vigneti, con piccole località sparse che raccontano l’antica vita rurale della valle.
La presenza di temporali elettrici ci obbliga ad evitare l'alta quota per gli ultimi giorni e salire al Passo del Mortirolo da Mazzo di Valtellina anzichè da Trivigno. La zona è caratterizzata da una vegetazione alpina che cambia rapidamente man mano che si sale, da boschi latfoglie si arriva dove predomina la conifera, tra alpeggi e "baite" alpine. La temperatura a causa della pioggia scende parecchio, ma a metà salita il temporale si allontana e esce il sole svelando le cime svizzere dal'altro lato della Valle. Un pascolo variegato e ricco offre una buona ricompensa e casa per le prossime settimane ai cavalli.
La meta dell'estate è la Valcamonica, una valle alpina situata nella provincia di Brescia, Lombardia, che si estende per circa 90 km tra il Lago d'Iseo e il Passo del Tonale. Qui collaboreremo con realtà del territorio, in particolare appoggiandoci e sostenendo l'associazione Selle Alpine, con sede a Malonno.
Il territorio della Valcamonica è caratterizzato da un paesaggio alpino, attraversata dal fiume Oglio, presenta una notevole varietà di ambienti naturali, dai pascoli alpini alle zone boschive, che ospitano una ricca biodiversità.
La presenza di parchi e riserve naturali, come il Parco dell’Adamello e il Parco dello Stelvio, garantisce la protezione di ecosistemi unici, che si estendono dalla bassa valle, caratterizzata da boschi misti di latifoglie, fino ai pascoli e alle praterie alpine delle zone più elevate. Questa diversità altimetrica favorisce la presenza di numerosi habitat che ospitano una ricca biodiversità. Le foreste di abeti rossi, larici, faggi e castagni coprono gran parte del territorio, alternandosi a radure e aree coltivate. La fauna è altrettanto varia: nei boschi vivono cervi, caprioli, volpi, scoiattoli, marmotte, mentre tra i rapaci si segnalano l’aquila reale e il gheppio. Iniziano a tornare anche i grandi carnivori: lupi ed orsi. I corsi d’acqua, torrenti e piccoli laghi di origine glaciale arricchiscono ulteriormente l’ambiente, offrendo rifugio ad anfibi e uccelli acquatici.
L’agricoltura di montagna in Valle Camonica ha avuto un ruolo fondamentale nella modellazione del paesaggio e nella conservazione della biodiversità, non è solo attività produttiva, ma anche elemento identitario, culturale e ambientale. Le coltivazioni, spesso organizzate su terrazzamenti, e i pascoli d’altura testimoniano un’antica sapienza contadina adattata alle difficili condizioni ambientali della valle. Le attività agricole sono tradizionalmente di tipo estensivo e comprendono la coltivazione di cereali, patate, foraggi e ortaggi, oltre all’allevamento di bovini e caprini, in particolare nelle malghe estive. Questa agricoltura è preziosa per la sua funzione ecologica: mantiene aperti gli spazi, evita il rimboschimento disordinato, previene il dissesto idrogeologico e preserva habitat semi-naturali ricchi di specie. Inoltre, favorisce la conservazione di varietà autoctone e tecniche tradizionali a basso impatto. Oggi, molte aziende agricole locali puntano su metodi biologici, filiere corte e agriturismo, contribuendo allo sviluppo sostenibile e al presidio del territorio: un buon modello di sviluppo rirale è il Biodistretto dell'Alta Valle Camonica.
La storia della Valcamonica è celebre per le incisioni rupestri, una delle più estese collezioni di arte preistorica al mondo. Le incisioni, risalenti a partire dal Paleolitico, sono distribuite su oltre 180 località e raffigurano scene di caccia, danza, riti religiosi e simboli astrali. Il sito è stato riconosciuto dall'UNESCO come Patrimonio dell'Umanità nel 1979. La valle ha visto anche la presenza di popolazioni romane e medievali, che hanno lasciato tracce nel patrimonio architettonico e culturale. Le sue montagne sono state territorio di scontro nella prima guerra mondiale, di fatto ne riportano ancora ferite, segni e cicatrici, come gli innumerevoli resti di trincea che si incontrano salendo verso quota. In Valle Camonica, la formazione in ambito montano è garantita dall’Università della Montagna di Edolo (UNIMONT) e dall’Istituto Superiore Meneghini, che offrono percorsi specializzati in gestione forestale, agricoltura sostenibile e valorizzazione del territorio alpino.
Fino all'estate del 2025 le attività si svolgono all'interno del Parco del Curone e di Montevecchia. Si estende su circa 2.360 ettari di colline, boschi, prati e corsi d'acqua, offrendo un ambiente naturale ricco di biodiversità. Il paesaggio è tipicamente prealpino, con una forte presenza di vigneti terrazzati e aree rurali. Il parco include habitat di interesse comunitario: boschi umidi, sorgenti pietrificanti, prati magri.
La fauna è altrettanto ricca e comprende 26 specie di mammiferi tra cui volpi, tassi, faine, lepri, roditori e scoiattoli. L’avifauna è particolarmente significativa, con la presenza sia di rapaci diurni come poiane e gheppi, sia di rapaci notturni come civette e gufi, oltre a numerosi passeriformi, tra cui upupe, picchi, rampichini e balie. Il parco ospita anche varie specie di anfibi e rettili, tra cui la rana di Lataste, endemica della Pianura Padana e considerata a rischio.
La fisionomia del parco è il risultato di secoli di interazione tra uomo e natura. Le colline terrazzate con muretti a secco, i prati stabili, le vigne e gli uliveti testimoniano una lunga tradizione agricola che ha modellato il territorio in modo armonioso, mantenendo un equilibrio ecologico che favorisce la coesistenza tra coltivazioni e ambienti naturali. L’agricoltura nel parco svolge anche una funzione di presidio territoriale, la continuità della gestione agricola, mantiene viva una rete di spazi aperti, percorribili, produttivi e biologicamente attivi. Molte aziende agricole del parco sono realtà multifunzionali: agriturismi, fattorie didattiche, cooperative sociali. Questo consente di valorizzare il territorio anche dal punto di vista culturale, educativo e turistico, facendo dell’agricoltura non solo un’attività economica, ma anche uno strumento di cura del paesaggio e della comunità.
Il Parco è un territorio ricco di storia e cultura, modellato nei secoli dall’interazione tra uomo e natura. Abitato fin dalla preistoria, conserva tracce di insediamenti antichi e misteriose strutture terrazzate, dette "piramidi", di origine incerta. Durante il Medioevo, il territorio fu popolato da monasteri, mulini e cascine, mentre l’agricoltura ha da sempre rappresentato l’asse portante dell’economia e del paesaggio locale.
Montevecchia, con il suo santuario seicentesco sulla collina, il borgo storico e i suoi terrazzamenti coltivati a vite rappresentano un esempio emblematico di architettura rurale integrata nel paesaggio. Le tradizioni contadine, le feste popolari e le tecniche agricole antiche ancora in uso raccontano una cultura profondamente radicata nel territorio.
Artour nasce nel 2024 in Cascina Bagaggera, un'azienda agricola sociale nel cuore della Valle del Curone, all'interno del Parco di Montevecchia. Un contesto giovanile aperto ad accogliere progetti e dove abbiamo iniziato a pensare di unire valori condivisi alla passione per l'equitazione di campagna.
La cascina è stata fondata con l'obiettivo di promuovere l'inclusione sociale e la sostenibilità ambientale, la cascina integra attività agricole biologiche con progetti educativi rivolti a persone con disabilità, in collaborazione con l'Associazione Corimbo Onlus.
L'azienda si dedica alla coltivazione biologica di frumento, foraggio e qualche verdura ad uso interno; e all'allevamento di animali, tra cui capre camosciate delle Alpi, maiali, galline, polli, anatre. I prodotti principali includono lattiche e formaggi di capra, pane a pasta madre e focacce preparati con farine biologiche macinate a pietra, salumi stagionati artigianalmente.
Cascina Bagaggera offre percorsi di formazione e inserimento lavorativo per persone con disabilità, favorendo l'autonomia e la valorizzazione delle loro competenze. Inoltre, ospita un Agrinido ispirato alla pedagogia montessoriana, rivolto a bambini dai 6 mesi ai 3 anni, che permette loro di vivere esperienze educative a contatto con la natura. La cascina è anche una fattoria didattica, accogliendo scuole di ogni ordine e grado per attività pratiche come la preparazione del pane e del formaggio, la cura degli animali e del suolo, con l'obiettivo di sensibilizzare i più giovani riguardo l'agricoltura sostenibile e l'importanza del rispetto per l'ambiente nella produzione e consumo di cibo.
La Bottega di Cascina Bagaggera è un punto vendita che offre prodotti biologici locali, tra cui quelli provenienti direttamente dall'azienda, e biodinamici. È anche un luogo di socializzazione, dove è possibile gustare una colazione o una merenda a base di prodotti freschi e genuini, immersi nell'atmosfera accogliente della cascina. L'agriristoro propone pranzi ed aperitivi pensati nel rispetto dei tempi di produzione e della stagionalità, all'interno della locanda ci sono camere pensate per l'alloggio dei visitatori del parco.
La riserva ospita una notevole biodiversità. Tra le specie vegetali, si trovano ninfee bianche e rosa, canneti e piante tipiche delle zone umide. La fauna include uccelli come aironi cinerini, germani reali, martin pescatori, folaghe, svassi e cornacchie. È possibile avvistare anche rettili come biacchi, salamandre, rane verdi e tartarughe.
Il Lago di Sartirana è stato riconosciuto come Riserva Naturale dalla Regione Lombardia nel 1983 e, successivamente, nel 2003 è stato designato come Sito di Importanza Comunitaria (SIC), nel 2024 la riserva è stata integrata nel Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone. Rappresenta un esempio di equilibrio tra conservazione ambientale e fruizione sostenibile. Le attività consentite, come la pesca regolamentata e le passeggiate, sono finalizzate a minimizzare l'impatto umano sull'ecosistema.